L'elenco dei presidenti della Roma dal 1927 ad oggi. Dai padri fondatori Foschi, Sacerdoti e Scialoja ai primi stranieri, gli americani Di Benedetto e Pallotta passando per i tre che hanno vinto lo scudetto (Bazzini, Viola e Sensi) la lista, una biografia ed i collegamenti alle pagina dedicate di tutti i presidenti della squadra capitolina dall'anno della sua nascita al giorno d'oggi.
Onorevole
ITALO FOSCHI
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Italo Foschi (Corropoli, 7 marzo 1884 - Roma, 20 marzo 1949) è stato un politico e dirigente sportivo italiano. Presidente della Società Fascista Fortitudo Pro Roma, nella primavera del 1927 avviò con l'Alba Audace dell'onorevole Ulisse Igliori e con il Roman Football Club dell'avvocato Vittorio Scialoja le trattative per la fusione delle tre squadre capitoline. Quando il 22 luglio nacque ufficialmente l'Associazione Sportiva Roma, Italo Foschi fu scelto per ricoprire la carica di primo Presidente. Restò in carica solamente fino all'aprile del 1928, quando venne nominato membro del direttorio federale a La Spezia.
Commendatore
RENATO SACERDOTI
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(20 ottobre 1891 - Roma, 13 ottobre 1971) Nato in una potente famiglia di operatori di Borsa, Renato Sacerdoti vanta la più lunga presidenza della Roma (13 anni) dopo Sensi. La sua passione per il calcio inizia come dirigente del Roman, una delle tre società che diedero vita alla Roma. Quando nell'estate del 1927 si presero gli accordi per la fusione, Sacerdoti si fece carico delle somme di denaro necessarie ad allestire la squadra. Subentrò a Foschi nell'aprile del 1928 e rimase presidente sino a giugno del 1935, quando fu costretto a lasciare. Sotto la sua gestione venne costruito Campo Testaccio.
Sacerdoti, per interrompere lo strapotere degli squadroni del Nord, iniziò ad acquistare giocatori di grande calibro: nel 1928 appena arrivato comprò Bernardini, prima di andar via i tre argentini Guaita, Scopelli e Stagnaro. Ebbe però dei dissidi con giocatori simbolo come Rodolfo Volk e Attilio Ferraris, che sotto la sua presidenza addirittura si trasferì alla Lazio. Nel 1935 fu accusato di esportazione illecita di valuta e questo lo costrinse al confino. Durante la guerra riuscì a scampare dalle deportazioni travestendosi da prete e rifugiandosi in un convento. Alla fine delle ostilità, nel 1949, rientrò nell'organigramma della Roma.
Avvocato
VITTORIO SCIALOJA
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Scialoja, già presidente del Roman Football Club al momento della fusione nel 1927, divenne presidente subito dopo la "fuga degli argentini". Fu quasi costretto a prendere il posto del suo predecessore Renato Sacerdoti e guidò la Roma in una stagione che, se pur travagliata dalle vicende successive all'incredibile forfait di Guaita, Scopelli e Stagnaro, si sarebbe rivelata molto esaltante. Fu lui a procedere all'acquisizione della straordinaria coppia di terzini formata da Monzeglio e Allemandi. Il suo incarico durò soltanto pochi mesi, quando chiese a Betti di prendere il suo posto.
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Conte
IGINO BETTI
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Presidente dal novembre 1935, giorno dopo giorno si appassionò sempre più ai colori giallorossi e con determinazione e rigorosità rinnovò le energie del club, d'animo e di risorse economiche. Senza raccogliere tanti successi nei suoi prima anni di presidenza, la sua Roma colse nel 1938/39 un quinto posto e alla fine, l'anno successivo alla cessione ad Edgardo Bazzini, riuscì a mettere le mani sul tricolore.
Fu Betti ad avere la grande intuizione di portare nella Capitale Alfred Schaffer, un allenatore sconosciuto nell'ambiente italiano che guidò la squadra capitolina al suo primo storico trionfo nel 1942. Il Conte prese la Roma che non esisteva e la lasciò appena prima dello scudetto...
Leggi tutta la biografia alla pagina del presidente Igino Betti
Cavaliere Gran Comandante
EDGARDO BAZZINI
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(Parma, 1867 - 1969) Quinto presidente della Roma, successore di Igino Betti. Funzionario dell'Agip, in pieno clima bellico passò alla storia per avere vinto il primo dei tre scudetti romanisti.
Parmigiano longevo, piccolo di statura, venne accolto dalla piazza romana con diffidenza perché non veniva dallo sport e nemmeno dalla politica, sempre molto interessata alle sorti della Roma. Seppe invece cavalcare al meglio l'onda assecondando la competenza di Alfred Schaffer, allenatore della rivoluzionaria scuola ungherese: il 14 giugno del 1942 la Roma conquista il suo primo titolo di campione d'Italia allo stadio Nazionale.
Leggi tutta la biografia alla pagina del presidente Edgardo Bazzini
Il presidente della Roma Edgardo Bazzini, al centro in camicia bianca, festeggia il primo scudetto vinto dalla squadra capitolina
1944/45
1945/46 1946/47 1947/48 1948/49 |
Deputato del parlamento prefascista e all'interno dell'Associazione Sportiva Roma sin dalla fondazione, nel giugno 1944 durante il secondo conflitto mondiale, venne chiamato a ricoprire l'incarico di Commissario straordinario. Il 18 novembre dello stesso anno fu eletto Presidente dall'Assemblea dei soci e rimase in carica per cinque stagioni.
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1949/50
1950/51 |
Banchiere e uomo politico Pier Carlo Restagno (Torino, 29/03/1898 - Roma, 11/11/1966), a capo di un "Gruppo vitalizio", diventa presidente dell'A.S.Roma il 20 giugno 1949. Renato Sacerdoti, rientrato in società dopo la guerra, e Pietro Crostarosa sono i suoi vice nei tre anni che lo vedono al timone della Roma. Nell'aprile del 1951, in piena situazione di crisi, Restagno rassegnò le dimissioni da presidente del settore calcio e Renato Sacerdoti assunse l'incarico di commissario straordinario.
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1951/52
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Dopo le dimissioni di Restagno la società viene commissariata nelle mani di Renato Sacerdoti. In questo periodo Sacerdoti ha l'intuizione del socio vitalizio, che può pagare l'abbonamento di due anni con quindici rate mensili. Una volta saldato si diventava soci vitalizi sostenitori, con diritto di voto in assemblea e possibilità di frequentare la sede. Raggiunse cosù due obiettivi: la creazione dei primi club dei tifosi, molti dei quali intitolati ad Attilio Ferraris, e, soprattutto, il risanamento della società con un incasso di 210 milioni, il secondo più alto tra serie A e B in quella stagione.
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1952/53 |
Prende le redini della società il 26 giugno del 1952, pochi giorni dopo la promozione in serie A dei giallorossi. La sua presidenza durerà lo spazio di poco più di 4 mesi: dopo il derby del 16 novembre, roventi polemiche da parte dei tifosi lo spingeranno a dimettersi aprendo la strada al ritorno da protagonista, alla guida della società, da parte di Renato Sacerdoti. I figli, tifosi laziali, avevano brindato pubblicamente la vittoria nel derby.
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1952/53
1953/54 1955/56 1956/57 1957/58 |
Renato Sacerdoti, il "Banchiere di Testaccio", tornò ufficialmente Presidente della Roma il 18 novembre 1952. Mantenne il comando per altre cinque stagioni (dopo le sette negli anni trenta) durante le quali ingaggiò campioni dal calibro di Ghiggia, Venturi, Broneè, Nyers e Da Costa. Il 18 marzo 1958, diede l'addio con parole critiche verso un sistema calcio che in quegli anni cambiava radicalmente: "Per noi vecchi presidenti lo sport è stato romanticismo, passione schietta, e oggi non possiamo accettarlo come affare e come veicolo pubblicitario. Ben vengano gli altri presidenti, noi ce ne andiamo."
Vai alla pagina del presidente Sacerdoti |
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1958/59
1959/60 1960/61 1961/62 |
Originario di Amatrice, venne eletto Presidente generale il 27 aprile 1958 dopo le dimissioni di Sacerdoti. Decise di presentarsi al meglio alla tifoseria e di accontentare le richieste dell'allenatore Foni nel tentativo di portare la Roma al livello delle squadre più forti. Giunsero così nella Capitale giocatori del calibro di Selmosson, Lojacono, Schiaffino, Manfredini, Angelillo. Nonostante gli sforzi economici la sua Roma non andò mai sopra il quinto posto, piazzamento che gli valse il soprannome di Anacleto V. Le soddisfazioni arrivarano sul campo europeo: nel 1961 la Roma vinse la Coppa delle Fiere. Esausto delle critiche rassegnò le dimissioni il 16 aprile 1962, la carica andò temporaneamente al suo vice D'Arcangeli. Nell'organigramma della Roma di Anacleto Gianni compare anche il futuro presidente Franco Sensi. |
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1961/62
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Dopo le dimissioni di Anacleto Gianni, Augusto D'Arcangeli assume il ruolo di Commissario Straordinario in attesa di poter passare i poteri al nuovo presidente, da aprile a luglio del 1962.
Vai alla pagina di Augusto D'Arcangeli. |
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1962/63 1963/64 1964/65 |
Presidente dal primo luglio 1962 all'estate di tre anni dopo. Fu artefice di una gestione economica fallimentare che vide il culmine il giorno della "colletta del Sistina", uno dei momenti più duri economicamente in tutta la storia la Roma. Vai alla pagina dedicata al presidente Francesco Marini-Dettina |
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1965/66
1966/67 1967/68 |
Arriva nell'estate 1965 ed ingaggia subito il tecnico Oronzo Pugliese. Resta tre stagioni ma prima di lasciare provò a risanare le casse societarie trasformando la Roma in Società per Azioni.
Vai alla pagina dedicata al presidente Evangelisti |
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1968/69 |
Sostituisce Evangelisti nel giugno del 1968, rimane in carica solamente fino a fine anno. Porta a Roma per la prima volta, con un contratto faraonico, l'allenatore spagnolo Helenio Herrera.
Vai alla pagina del presidente Ranucci |
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1968/69
1969/70 1970/71 |
Forse il presidente più discusso della storia seppur lui, alla Roma, tenesse parecchio. Va al timone dell'Associazione Sportiva Roma il 23 dicembre 1968. E' lui al timone della società al momento della tragedia di Giuliano Taccola. Non ebbe mai un rapporto idilliaco con Herrera, che trovò alla Roma ingaggiato dalla gestione precedente. Nel febbraio 1969 alza il capitale sociale della Roma portandolo da 100 milioni ad un miliardo. Questo avvenne, in gran parte, grazie ad un azionariato popolare. Vennero vendute 160000 azioni da 5000 lire l'una e con 2 azioni si aveva diritto ad uno sconto per l'abbonamento di Tribuna Tevere (!). Nell'estate 71 cedette Capello, Landini e Spinosi alla Juventus e le critiche dei tifosi si fecero insostenibili, poco dopo dovette lasciare. Papà dell'attrice Simona Marchini, moglie del capitano giallorosso dell'epoca Franco Cordova.
Scompare nel 1985 e il grande Presidente Dino Viola lo ricordò cosi:"E' scomparso un amico, nel senso vero della parola, perché proprio nelle frequenti divergenze di pensiero e di azione mi gratificava sempre di stima e di affetto. Lasciò la presidenza per fatti traumatici e l'amarezza conseguente lo accompagnò sino agli ultimi giorni della sua vita". Vai alla pagina del presidente Marchini |
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1971/72
1972/73 1973/74 1974/75 1975/76 1976/77 1977/78 1978/79 |
Gateano Anzalone è stato il presidente della Roma per quasi tutti gli anni 70. Uno dei presidenti più passionali della storia giallorossa, non riuscì a vincere nulla di significante e questo fu per lui un enorme rammarico. I traguardi raggiunti sotto la sua presidenza sono il trofeo Anglo-Italiano vinto nel 1972 ed il terzo posto ottenuto con Liedholm in panchina tre anni dopo. Decise di passare il testimone al termine del campionato 1978/79. Il 13 maggio 1979 annuncia: "Ho lasciato il pacchetto di maggioranza ad una finanziaria che ha delegato tutti i poteri all'ingegner Dino Viola... Chiedo scusa per quanto speravo di donare e non sono riuscito a dare... Esce Anzalone ma la Roma resta". Il presidente "galantuomo", nel corso di questa dichiarazione, non riuscì a trattenere le lacrime. |
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Adino Viola detto Dino. (Terrarossa, 22 maggio 1915 - Roma, 19 gennaio 1991) Tifoso sin dai tempi del primo scudetto del 1942. Dopo
diversi anni nella dirigenza della Roma ne diventa il presidente nella stagione 1979/80. |
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1990/91
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FLORA VIOLA
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Per alcuni mesi la famiglia Viola, nelle figure dei figli e della moglie, mantiene le redini della società. L'incarico ufficiale di presidente va a "donna Flora". A fine stagione la Roma viene ceduta all'imprenditore romano Giuseppe Ciarrapico.
Vai alla pagina dedicata a Flora Viola |
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Dino Viola, presidente della Roma negli anni 80. |
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1991/92
1992/93 |
Giuseppe Ciarrapico (Roma, 28 gennaio 1934) fù presidente per due sole stagioni: 1991/92 e 1992/93. Totalmente a corto di cultura calcistica, non legò mai con la tifoseria giallorossa, forse anche per via delle sue rocambolesche vicende giudiziarie che lo disegneranno sempre in maniera un po' particolare.
Nell'estate del 1993, dopo essere stato arrestato per bancarotta fraudolenta, cede la società al duo Sensi-Mezzaroma. |
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1993/94
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FRANCO SENSI E PIETRO MEZZAROMA
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Per pochi mesi Mezzaroma e Sensi dividono la presidenza ma ad inizio stagione 1993/94 la Roma ha gia' un unico proprietario: Franco Sensi.
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(Roma, 29 luglio 1926 - Roma, 17 agosto 2008) Romanista di lunghissima data. Il papà Silvio giocava nella Pro-Roma e in seguito si occupò della costruzione del Testaccio. Francesco Sensi, per tutti Franco, entrò nei ranghi societari sotto la dirigenza D'Arcangeli con la carica di vicepresidente già negli anni sessanta.
Nell'estate del 1993 subentra, insieme a Pietro Mezzaroma, al Presidente Ciarrapico. A novembre rileva le quote di Mezzaroma diventando unico proprietario e Presidente della Roma. Aspramente criticato da una parte della tifoseria, amato e apprazzato dall'altra, non avrà mai il consenso totale della tifoseria giallorossa. Nonostante il tricolore portato nella Capitale nel 2001, molti gli hanno rimprovato campionati deludenti e acquisti grossolani. Appena arrivato ingaggia Carlo Mazzone, tre anni dopo la scelta "esotica" quanto fallimentare di Carlos Bianchi, in seguito quella coraggiosa di Zdenek Zeman, assieme al quale porterà avanti dure battaglie contro il doping e il palazzo in generale. Nel 2000 guida l'ingresso dell'A.S.Roma in Borsa e sempre a cavallo del nuovo secolo, con l'ingaggio del tecnico Fabio Capello e di giocatori di prima categoria (Montella, Batistuta, Samuel, Emerson, Nakata) riesce a regalare alla Roma lo scudetto, il terzo della storia giallorossa. Rimasto in carica fino al giorno della sua morte, la sua presidenza è la più duratura nella storia della squadra romana. Vai alle pagine dedicate a Franco Sensi |
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2008/09
2009/10 2010/11 |
ROSELLA SENSI
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(Roma, 18 dicembre 1971) Amministratore Delegato della Roma dal 2005, diventa presidente nell'estate del 2008 dopo la morte del padre Franco. Nel 2006, dopo lo scandalo Calciopoli, ricopre l'incarico di vice presidente in Lega Calcio. Mantiene la gestione della Roma per tre stagioni, fino al passaggio di consegne al gruppo americano. Sotto la presidenza di Rosella Sensi la Roma conquista una Coppa Italia (2008/09) e sfiora la vittoria del campionato 2009/10. |
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2011/12
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ROBERTO CAPPELLI
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Viene nominato Presidente dal Consiglio d'amministrazione della società giallorossa il 4 luglio, durante le trattative per il passaggio dell'A.S.Roma nelle mani del gruppo d'imprenditori americani guidati da Thomas DiBenedetto. Queste le sue prime parole da presidente: "Da romanista per me questa nomina à un onore e non nascondo che mi fa molto piacere, ma è una carica che durerà solo un mese. Questa struttura di governance accompagnerà la società fino alla chiusura degli accordi con gli americani". Amministratore delegato durante la sua presidenza è Claudio Fenucci.
Vai alla pagina di Roberto Cappelli |
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2011/12
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THOMAS RICHARD DI BENEDETTO
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Thomas Di Benedetto (Boston, 3 giugno 1949), imprenditore statunitense, è a capo della cordata di imprenditori che ad inizio 2011 intavola con Unicredit le trattative per l'acquisto del pacchetto di maggioranza della Roma. Ad aprile arriva la firma dell'accordo che prevede il passaggio nelle mani americane del 60% dell'A.S.Roma e Di Benedetto ricopre il ruolo di presidente dei giallorossi. E' il primo presidente straniero della storia del club capitolino.
Vai alla pagina del Presidente Di Benedetto |
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2012/13
2013/14 2014/15 2015/16 2016/17 2017/18 2018/19 2019/20 |
JAMES PALLOTTA
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Nato a Boston il 13 marzo 1958, subentra a Thomas Di Benedetto come presidente della Roma nell'agosto 2012. Obiettivo del suo mandato è fare grande la Roma e per questo intavola subito le trattative per la costruzione dello Stadio della Roma. Sul piano tecnico affida a Walter Sabatini il ruolo di direttore sportivo e si affida, in due diversi momenti, a Franco Baldini come dirigente giallorosso. Nel 2017 sostituisce Sabatini con il ds spagnolo Monchi, che però non regge più di un anno. Al suo posto viene ingaggiato Gianluca Petrachi. James Pallotta è il ventiquattresimo presidente nella storia del club capitolino, il secondo straniero.
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2020/21
2021/22 2022/23 2023/24 |
DAN FRIEDKIN
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Nato nel 1965 a San Diego, in California, è un imprenditore attivo nel settore dell'automobilismo, del turismo e del cinema. Rileva la Roma da Pallotta nell'estate 2020, per 591 milioni di euro. Nella stagione 2021/22 ingaggia il tecnico José Mourinho e insieme conquistano la prima edizione della Conference League, riportando alla Roma un trofeo europeo che mancava da mezzo secolo.
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Il presidente della Roma Dan Friedkin alza la Conference League
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Ultima modifica di questa pagina: 02/05/2024