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Attilio Ferraris nasce il 23 giugno del 1904 a Roma. Inizia a giocare a calcio sul campo dell'istituto "Pio X", a Castel Sant'Angelo, nella squadra della Fortitudo di fratel Porfirio. Calciatore generosissimo, malgrado i vizi del gioco e delle sigarette e la preferenza delle donne agli allenamenti, se Ferraris (IV di quattro fratelli) azzeccava la partita erano dolori.
Non aveva mezze misure Attilio, o migliore in campo o niente. Figura grintosa, esuberante e quindi carismatica Ferraris spronava spesso i compagni, se necessario anche con frasi dure. "Dateve da fà, fiji de 'na mignotta".
Per provare a tenere a freno il carattere di Ferraris, il presidente della Roma Renato Sacerdoti gli regalò un bar a via Cola Di Rienzo ma Attilio quasi ignorò la donazione fatta. Verso fine carriera il mediano di Borgo Pio fu ceduto al Bari, da qui alla Lazio dove giocò due stagioni. I tifosi gli gridarono "venduto" ma lui rimase sempre attaccatissimo alla Roma, che invece lo aveva accantonato. Il 19 novembre del 1934 gioca il suo primo derby da avversario. I suoi ex tifosi della Roma lo contestano fino all'abbraccio dell'amico e capitano giallorosso Fulvio Bernardini, che con un abbraccio e un bacio sulla fronte trasforma i fischi in applausi.
Dopo due stagioni in biancoceleste Attilio Ferraris ne gioca altrettante a Bari prima di fare ritorno alla Roma. Il campionato 1938/39 lo disputa in maglia giallorossa e gioca 12 partite prima di abbandonare il calcio professionistico.
L'8 maggio 1947, durante un incontro tra vecchie glorie, Attilio Ferraris muore in campo a causa di un infarto. La leggenda dice che prima della gara Ferraris con la sua solita ironia esclamò: "non me fate fà la fine de Caligaris eh! (che ebbe la stessa sfortunata sorte)". Così a soli 43 anni si spegne il primo capitano e grande giocatore della storia giallorossa. Ai funerali sulla bara di Ferraris c'è la maglia della Nazionale di Bernardini, invano se ne cercò una di Attilio ma non trovandola sarà il fraterno amico a porgere la sua.
I funerali di Attilio Ferraris. Il campione romano scompare a soli 43 anni.
"..poi ce stà Ferraris er mediano, bravo nazionale e capitano.."
Strofa dalla Canzona di Testaccio
Attilio Ferraris giocò con la Roma 210 partite segnando 2 gol. Capitano della prima compagine giallorossa, debutta con la fascia al braccio il 25 settembre nello storico incontro Roma-Livorno 2-1. In Nazionale il suo esordio è antecedente alla nascita dell'AS Roma, risale infatti al 1926. Con la maglia azzurra è memorabile la prestazione in Italia-Inghilterra del 1934 quando, nonostante la vittoria per 3-2 dei maestri inglesi, Ferraris disputò un grande incontro e si meritò l'appellativo di "leone di Highbury".
Carriera di Ferraris alla Roma
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1927/28 |
20 presenze |
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1928/29 |
29 presenze |
1 gol |
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1929/30 |
34 presenze |
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1930/31 |
34 presenze |
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1931/32 |
33 presenze |
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1932/33 |
34 presenze |
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1933/34 |
21 presenze |
1 gol |
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1938/39 |
12 presenze |
Spettacolare e onnipresente in campo diventò presto un personaggio. Aveva un pubblico tra il pubblico. Divertiva i compagni con battute, li affliggeva di scherzi, snobbava gli allenamenti e qualsiasi convenzione. In partita si trasformava, era una furia con talento vero ed un desiderio tutto segreto di migliorarsi.
Quando Ferraris finì alla Lazio venne pagato 150.000 lire e nel contratto fu inclusa una clausola per cui non sarebbe dovuto scendere in campo contro la Roma, pena un'ammenda di 25.000 lire.
Come già detto, il 19 novembre del 1934, Ferraris giocava con la maglia della Lazio contro i suoi ex compagni. I laziali avevano preferito pagare il dazio dovuto pur di far giocare ad Attilio la stracittadina, che per la cronaca finì 1-1.
Nel maggio del 1926, il selezionatore azzurro Rangono fece esordire in Nazionale contro la Svizzera l'uomo più rappresentativo del calcio capitolino: Attilio Ferraris
Quando a seguito della fusione tra Roman, Fortitudo ed Alba nacque l'Associazione Sportiva Roma, Attilio Ferraris, capitano della Fortitudo, fu scelto per diventarne il capitano. Non molto alto ma con doti fisiche straordinarie, il 22enne viene utilizzato come mediano destro o centro mediano e la sua presenza in campo è sempre una garanzia. Uno come lui nella bolgia che era allora Campo Testaccio trova il suo ambiente naturale. Prima di ogni gara della Roma riunisce i suoi compagni a giuramento e li sprona:
"Chi dà 'a lotta desiste fà 'na fine triste,
chi desiste dà 'a lotta è 'n gran fijo de 'na mignotta"
Con la mediana formata da Ferraris e Bernardini e con altri giocatori in squadra dal calibro di Volk, Costantino e Masetti la Roma sogna lo scudetto. Nel 1930-31 arriva seconda dietro la Juventus, l'anno dopo terza.
I guadagni del calcio Ferraris li "brucierà" al gioco tra cavalli, cani e poker. Nel 1934 la Roma stanca dei suoi comportamenti decide di privarsene, lo mette dapprima fuori rosa. Ferraris allora sembra imboccare la via del tramonto quando Vittorio Pozzo, CT azzurro, lo recuperò come calciatore. Assieme vinsero i due mondiali dell'Italia e Attilio giocò da gigante nella squadra di Pozzo.
Il recupero tuttavia non bastò per ricucire il rapporto con la Roma, quindi il passaggio alla Lazio via Bari. Nel 1938 il dirigente giallorosso Biancone lo trovò sugli spalti a seguire la Roma, decise così di offrirgli un'ultima passerella e nella stagione 1938/39 Attilio Ferraris disputa le ultime dodici gare con la casacca giallorossa.
Una formazione della Roma nella stagione 1932/33, Attilio Ferraris è il primo da sinistra nella fila centrale.
Ferraris capitano Roma in un incontro con il Napoli.
Attilio Ferraris capitano nei due primi importanti incontri dell'AS Roma. Sopra contro l'Ujpest, prima partita ufficiale, è il primo da sinistra nella fila centrale. Sotto contro il Livorno nella prima giornata del campionato '27/28, è il secondo da sinistra in basso.
Ferraris festaggia con i compagni la vittoria della Coppa Coni.
Attilio Ferraris, capitano della Roma, si saluta con i giocatori del Torino al Motovelodromo Appio nella stagione 1928/29.
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Ultima modifica di questa pagina: 16/09/2023