Amarcord Roma

Due racconti di Claudio, tifoso giallorosso nato nei primi anni 50

Mantova-Roma del campionato 1964/65Com'era bello il calcio di allora...Quelle belle maglie pulite, senza oscene scritte pubblicitarie...Solo lo scudetto della squadra...e magari neanche quello. Sono nato tifoso della Roma o lo sono diventato a 5 anni circa: stavo male, a letto (era la metà degli anni '50); mia sorella di 10 anni maggiore di me venne a casa e mi disse "Ho trovato Grosso!!". Io pensavo a qualche cosa di bello, un giocattolo grande o qualcosa del genere...Lei invece tirò fuori una piccola figurina in bianco e nero che ritraeva Grosso, calciatore della Roma. La delusione fu tanta, ma quella figurina a forza di guardarla mi appassionò e da lì iniziò il mio amore per il calcio e per la Roma.
Quanti giocatori sono passati nella società...Alcuni meteore, altri veri campioni. Se devo scegliere 3 giocatori che ho amato, che mi sono stati e mi sono tutt'ora nel cuore, direi (in ordine cronologico): 1) Alcide Ghiggia. All'epoca a casa non avevamo la televisione ma fortunatamente al cinema prima d'ogni film c'era il cinegiornale Luce che afceva vedere gli spezzoni di partita...Fecero vedere una partita della Roma e questo furetto imprevedibile con quei baffetti spavaldi mi conquistò immediatamente... Una finta e l'avversario era a terra. Ghiggia si spingeva sino a fondo campo e faceva partire dei cross memorabili. Un giorno in attesa di entrare a scuola elementare (Alessandro Manzoni, in zona Porta Metronia) ero seduto sugli scalini di un portone con un mio compagno a giocare a figurine. Sentiamo dei passi che scendono le scale, ci giriamo ed il mio amico mi dice "Guarda Clà, questo è Ghiggia!". Rimasi impietrito... Quest'uomo elegante ci sorrise e ci salutò... Io rimasi incollato sugli scalini neanche fossi stato folgorato..è una sensazione che non dimenticherò mai!
2) Pedro Manfredini: quando arrivò alla Roma, i laziali ci presero in giro per i suoi piedi..era già Piedone grazie a quella malaugurata foto che lo ritrasse quando scese dall'aereo. Poveri laziali! Quanto avrebbero rimpianto quegli sfottò! Ricordo un derby di Coppa Italia, sarà stato il 1960, in cui il Grande Pedro infilò per ben tre volte la porta del malcapitato Pezzullo (forse poi non giocò praticamente più proprioo per questo) portiere di riserva della Lazio; poi segnò anche Orlando..4 gol..non male! Pedro era irresistibile, in varie partite gli ho visto fare gol impossibili; con dribbling ubriacanti che scartavano gli avversari come fossero birilli. Alcuni dicevano che si mangiava anche dei gol... forse è vero, ma magari ne aveva già segnati 2 o 3...era un mezzo abbonato alle triplette...ricordo un articolo del Corriere dello Sport che lo chiamò MANTREDINI proprio per questo. Quando la Roma lo cedette al Brescia (inaudito!) andai a vedere Roma-Brescia allo stadio e per poco non litigo con tutti quei cretini che ebbero il coraggio di fischiarlo... Caro grande Pedro, grazie di tutto! 3) Paolone Barison: il terzo è questo sfortunato Grande Campione in campo e nella vita. Quando la Roma lo acquistò dalla Sampdoria ero convinto che quel gigante mi avrebbe fatto impazzire...e non sbagliai. Conservo ancora la mia bandiera di allora con la scritta "W BARISON" con la sua dedica sopra. La curva Sud dell'Olimpico forse la ricorderà ancora. La più grande soddisfazione che Paolone mi diede fu in un Italia-Polonia all'Olimpico nel 1966 (pre-mondiali maledetti...) quando Bari-Gol infilò per tre volte la porta avversaria...incredibile, esultarono anche i laziali! La sua prematura fine mi sconsolò...lo avevo conosciuto ed era una persona infinitamente dolce e cara...nonostante il suo nomignolo di "Bisonte", ma quello era per il suo approccio in campo... una vera forza della natura che aveva nel piede una bomba ad orologeria sempre innescata. Un sentito grazie di cuore ai miei 3 eroi...sarà una frase fatta ma, non Vi dimenticherò mai!!!

La Roma del 1969/70Torno indietro nel tempo... Era il 1970 e stavo prestando (si diceva così, ma sarbbe stato meglio dire "mi stavano rubando") il servizio militare. Dopo il CAR a Viterbo, fui trasferito a Milano.. non male per uno che è di Roma, nato dalle parti di San Giovanni e residente al tempo alla Garbatella.. I milanesi mi presero subito d'occhio con frasi del tipo "Ah, tu sei romano, allora sei un paraculo e non ti và di fare un c..zo!". Beh, gli inizi non furono idilliaci, poi partecipando agli scherzi e alla comunità divenimmo amici. Tutti milanisti, interisti e qualche juventino (questi li troveresti anche nella Polinesia). Io, romanista e un altro ragazzo napoletano, ovviamente del Napoli, eravamo i primi ad essere sbeffeggiati. Venne il fatidico giorno, MILAN-ROMA a San Siro... Volevo andarci alla chetichella da solo...per soffrire in pace con me stesso, invece i 'nonni' milanisti mi costrinsero ad andare con loro a vedere la partita... Io feci di tutto per farli desistere ma non ebbi scampo. In mio conforto accettò di venire il ragazzo napoletano che mi disse.. cercherò di tenerti sù il morale.. Era la prima volta che entravo nella "Scala del Calcio"; nonostante fossi abituato all'Olimpico (che era stupendo non come quell'ammasso osceno di ferraglia che è oggi. San Siro mi sembrò enorme e...implacabile. Capii cosa potevano provare i giocatori avversari che giocavano contro le milanesi. Lo stadio era tutto rossonero ma davanti a me, lontano, direttamente nel versante opposto da dove mi trovavo, mi confortava una stupenda piccola macchia di giallorosso. Saranno stati 100 ma a me sembravano 100.000!!! Quei colori giallorossi mi riempirono gli occhi ed il cuore. Poi scesero in campo.. il grande Milan di Paron Rocco e la Rometta (mica tanto però..) del Mago Helenio Herrera. Ero praticamente convinto che solo un mago avrebbe potuto salvarci.. Mentre i milanisti-militari amici mi sfottevano fin dall'inizio io in assoluto silenzio vedevo che la Mia Roma era schierata in campo in maniera perfetta; non la vidi titubante anzi! Ognuno sembrava sapere il fatto suo. Ricordo una grande partita di Capello che mi pare segnò anche un gol... Ragazzi! La Roma passò in vantaggio e il mio cuore scoppiò di gioia. Sentii il mio grido e in lontananza quello dei 100 avventurosi.. Tutto a un tratto mi sentii abbracciare, era l'amico napoletano che anche lui si prendeva la propria rivincita sui 'polentoni'!. Insomma, la Roma vinse a San Siro per 3-2...Una delle più belle ed entusiasmanti partite della mia vita. I milanesi stavano zitti e da quel giorno non mi parlarono più della Roma...ne parlavo solo io!. Il giorno dopo sul giornale Nereo Rocco disse che la partita della Roma era stata un esempio di come si gioca al calcio. Davvero non dimenticherò mai più quel giorno di gloria anche perchè un merito lo avevo anche io...anche un tifoso del Napoli aveva gridato FORZA ROMA!!!

Amarcord della Roma

Amarcord di Roberto

Marzo 73 derby di ritorno LAZIO-ROMA, adrenalina pura, fatti entrare in curva sud 1 ora prima dell'apertura dei cancelli (via tribuna tevere) perche' erano primi in classifica e giocavano in casa! E allora? E noi che eravamo gia' li' sotto ai cancelli dalle 9 del mattino? E all'una eravamo gia' 20.000 fuori. NO LA CURVA SUD E' SOLO GIALLOROSSA E' ROMANA DALLE FONDAMENTA, qui' ho dato il sangue contro i piu' agguerriti di quell'epoca i napoletani, che te li trovavi pure sotto al seggiolino de legno, ma tra carci in culo e razzi (prima di quel tragico dicembre 72 al prenestino le lanciarazzi erano ammesse allo stadio e coi napoletani erano belle guerre)li facevi scappa'!! ore 13,30 CURVA SUD CARICA!! GUERRIGLIERI CURVA SUD FANNO BOTTINO PIENO DI STRISCIONI E BANDIERE BIANCOAZZURRE E SUI MURETTI DELLA SUD SI ACCENDONO FALO'. VATTENE CHE QUESTA E' CASA MIA. 2 DOMENICHE DOPO E' NATA LA CURVA NORD DOVE IO QUANDO SCENDEVO DAL 446 CE PISCIAVO.

Amarcord di Pino

Sono un tifoso della Roma che ha visto la Finale della Coppa delle Fiere. Era il 1961 e la partita l'ho vista dalla curva sud, la mia preferita. Ho avuto il privilegio di ammirare le piroette di Ghiggia, è stato un grande così come Da Costa e Piedone Manfredini.

Amarcord di Renato

Campionato 1968/69. La penultima giornata del girone di ritorno fù un'apoteosi. Era una splendida giornata di metà maggio e l'Olimpico rispendeva del bianco dei suoi marmi e per il calore dei suoi tifosi. La primavera sorrise alla Roma con un magico 4 a 1. Il mio entusiasmo di ragazzo appena diciannovenne esplose in una gioia infinita. Il gioco della squadra era spumeggiante ben oltre il già tondo punteggio. L'atalanta, mai doma, riuscì momentaneamente a pareggiare con il "gringo" Clerici (che peccato esserselo lasciato "sfuggire" nella successiva campagna acquisti...) ma il centrocampo creava giocate su giocate e i "banderilleros" romanisti "rimandarono" a Bergamo gli orobici con 4 banderillas sul groppone ! ....La bellissima vittoria fù poi il fausto auspicio per un'ottima maturità da me conseguita proprio quell'anno.

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Ultima modifica di questa pagina: 04/01/2020