Il
foro è stato per la civiltà romana il punto di aggregazione
per eccellenza: Il mercato, il tribunale, i più importanti edifici
religiosi si trovavano al suo interno. Ogni epoca ebbe il suo foro, il Foro
Romano fu costruito nell'età repubblicana di Roma, ma fu poi ampliato
in età imperiale.
La zona è molto ampia e ricca di moltissimi monumenti, fra cui: l'Arco
di Tito, costruito in onore della conquista romana di Gerusalemme avvenuta
nel 70 d. C.; la Basilica di Massenzio, accattivante esempio dell'ingegneria
romana applicata alla costruzione di volte a botte di grandissima luce; Il
Tempio di Antonio e Faustina del II secolo d.C., che l'Imperatore Antonio
Pio eresse in onore di sua moglie; la Casa e Il Tempio Vestali, dove le queste
tenevano sempre acceso il fuoco sacro di Roma; l'Arco di Settimio Severo costruito
in un momento di decadenza dell'arte romana; la Via Sacra, che arriva fino
al Colle Capitolino, era percorsa dall'esercito al ritorno da una campagna
vittoriosa.
Il Pantheon è sicuramente, tra tutti i grandi monumenti di Roma, il meglio conservato ed il più impressionante: la sua conservazione si deve alla donazione che nel 608 l'imperatore bizantino Foca ne fece al papa Bonifacio VIII, e alla successiva trasformazione in chiesa col nome di S. Maria ad Martyres (16 marzo 609 d.C.). Si tratta di un tempio romano dedicato a tutte le divinità (in greco pántheion significa "di tutti gli dei"). L'iscrizione nella cornice del portico "M. Agrippa L. F. Cons. tertium fecit" si riferisce ad un tempio, dedicato alle divinità tutelari della famiglia Giulia, eretto dal generale e uomo politico (edile) romano Marco Vipsanio Agrippa nel 27 a.C. presso le proprie terme nel Campo Marzio a Roma. Per molto tempo si è creduto che il Pantheon, com'è oggi, fosse la stessa costruzione del tempo di Agrippa: questa, invece, fu distrutta nel grande incendio dell'80 d.C. e venne completamente rifatta dall'imperatore Publio Elio Adriano (nel 120-125 d.C.). Nel VII secolo, come detto, fu trasformato in chiesa, dedicata a Maria e ai martiri, fatto che garantì la sua conservazione, anche se nei secoli venne spogliato dei decori bronzei e marmorei. Nel 1929 la chiesa, in virtù dei Patti Lateranensi, assunse l'ufficio di Basilica palatina o, meglio, di chiesa nazionale di tutti gli italiani.
Alle
pendici del piccolo Aventino, verso oriente, nel 206 d.C, Settimio Severo
gettò le fondazioni delle terme che presero il nome da Marco
Aurelio Antonino detto Caracalla, che le inaugurò nel 216. In
effetti i lavori continuarono fino al 235, con opere di sistemazione
e con l'aggiunta di altri edifici e portici. La costruzione della grande
platea portò al seppellimento e alla parziale distruzione di
una serie di abitazioni private. L'edificio termale è costituito
da un grandioso recinto con portici e giardini (337 per 328 metri),
un corpo centrale con padiglioni e piscine e un complesso di cisterne
(64 camere) su più piani, alimentate da un ramo dell'acquedotto
dell'Aqua Marcia e della capacità di ottantamila litri. Nel corpo
centrale si riconosce una piscina scoperta di acqua fredda (frigidarium),
un'aula di collegamento (tepidarium), una sala circolare per il bagno
caldo (calidarium). Ai lati altri ambienti, l'ingresso degli spogliatoi,
le grandi palestre. Gli scavi che iniziarono a partire dal XVI secolo,
hanno restituito un'enorme quantità di oggetti preziosi e opere
d'arte sparse oggi in vari musei. |
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La tradizione vuole che il nome venga da Flora, amata da Pompeo, ma probabilmente esso deriva dal fatto che alla fine del '300 la piazza fu abbandonata per breve tempo e si trasformò in prato. Alla fine di via de' Giubbonari, a est del Tevere, si apre Campo de' Fiori, una piazza che conserva tutto il suo fascino medievale. Verso il 1440, papa Eugenio IV la fece lastricare, così ben presto essa divenne uno dei centri più importanti della città. Era teatro di corse di cavalli, sede di alberghi e locande, vi si esponevano le bolle papali e gli avvisi del governatore e fu inoltre luogo di esecuzioni capitali. Nel 1600 vi morì sul rogo, bruciato come eretico Giordano Bruno, il cui monumento, eseguito da Ettore Ferrari nel 1889, si erge al centro della piazza. Dal 1869 ospita un allegro e animato mercato.
Ultima modifica di questa pagina: 02/01/2020