L'allenatore svedese Liedholm manda in campo Roberto Pruzzo con il numero 7. "Diventerai ancora più forte" gli dice il tecnico svedese per rintuzzarne i mugugni. "Il barone" Liedholm prova a giocare questa carta per ridurre le pressioni sul centravanti ligure ma l'esperimento fallisce e riusce a convicerlo soltanto in questa circostanza. Sul campo, il gol di Herbert Prohaska viene pareggiato dal calciatore peruviano Barbadillo.

Prima della gara il presidente bianconero dichiara "Uno come Dino Viola non può vincere lo scudetto". L'immediata smentita della dichiarazione non cancella le polemiche. Si fa il conto del numero degli abbonati della Roma, sceso da 18.200 a 14.200 tessere. Il 1982 si chiude con la Roma in vetta, un punto sopra il Verona e due sopra la Juventus.


L'anno 1983 del campionato italiano si apre all'insegna della Roma, che dopo un minuto è già in vantaggio sul Genoa grazie all'autogol del terzino Corti, che nel tentativo di anticipare Maldera devia il pallone nella propria porta. Il capitano Agostino Di Bartolomei segna il gol del raddoppio su calcio di punizione.


Segna Roberto Pruzzo raccogliendo uno spiovente di Ancelotti ed interrompendo un'astinenza dal gol di ben 478 minuti. Per il Torino pareggia poi Beppe Dossena. Per fortuna anche gli scaligeri si fermano in casa contro la Sampdoria e il distacco dalla Roma resta di un punto. In settiman Nils Liedholm si sbilancia affermando "La Roma è come il Brasile e non vedo in questo campionato una possibile Italia".

   

Segna Paulo Roberto Falcao con colpa di testa. Nella gara il brasiliano verrà in seguito espluso per una serie di falli ed una gomitata a Marchetti. Grazie alla vittoria sui sardi ed ai contemporanei pareggi degli avversari la Roma sale a +2 sul Verona, +4 sull'Inter e +5 sulla Juventus. Con i piemontesi così distanti la vittoria finale inizia a sembrare alla portata ma la settimana successiva è in programma Verona-Roma, quindi guai a distrarsi.


Nella sfida tra le prime due squadre del campionato un bel pallonetto di Maurizio Iorio sembra spianare la strada alla Roma, che invece viene raggiunta da un gol dell'ex Penzo sul finire di gara. Tancredi dopo il pari effettua una parata miracolosa che salva il risultato e consolida il primato giallorosso.


E' un gol di Iorio a risolvere questa gara assai ingarbugliata, che sembrava non volersi sbloccare. Grazie al pareggio a reti inviolate tra Juventus e Verona, la Roma allunga il distacco sugli scaligeri portandosi per la prima volta da inizio campionato a tre punti di vantaggio dalla seconda.


Carlo Mazzone nell'anno del secondo scudetto giallorosso non subirà sconfitte e quando il suo Ascoli gioca non la Roma sono partite memorabili. In questa gara solo le prodezze di Tancredi e la splendida rete di Ancelotti permettono alla Roma capolista di uscire imbattuta.


Dopo 12 minuti Ramon Diaz ammutolisce l'Olimpico portando in vantaggio il Napoli. Le sofferenze durano solo mezz'ora, il tempo necessario a Sebino Nela per violare, come nella gara d'andata, la porta difesa da Castellini. Sul finale della prima frazione di gioco "Bimbo" Ancelotti firma il vantaggio. Nella ripresa due gol del capitano Di Bartolomei e uno del bomber Pruzzo affondano definitivamente i partenopei.


Pochi giorni prima dell'incontro di Coppa UEFA contro il Benfica la Roma di Liesdholm va a Cesena, dove trova fango e neve. La gara è difficile, nel primo tempo Tancredi riesce a neutralizzare un rigore a Schachner e a mantenere inviolata la porta. Nella ripresa Pruzzo trova di testa la rete del vantaggio ma tre minuti dopo i bianconeri pareggiano con il difensore Arrigoni. Finisce 1-1, con la Roma sempre salda in vetta a 4 lunghezze dal Verona secondo.


Arriva la Juve all'Olimpico. Splendida coreografia composta da 120 mila bandierine giallorosse. Sopra la frase "TIENIMI IN ALTO NEL NOME DELLA ROMA". Al 62' la città esplode. Falcao porta in vantaggio la Roma battendo Zoff. Alcune televisioni private, sfruttando l'innovativo sistema del 'fermo immagine' mandano già in onda il gol scudetto. I giallorossi hanno anche l'occasone del raddoppio quando Ancelotti serve a Iorio una palla che attraversa tutto lo specchio della porta uscendo di un nulla. A sette minuti dal termine Platinì segna su punizione. Passano tre minuti e l'incubo si materializza. Sempre il francese raccoglie sul fronte destro dell'attacco juventino, in posizione di sospetto fuorigioco. La difesa giallorossa attardatasi a chiedere l'off-side vede scodellare al centro e mettere dentro da Brio ( che a fine partita sarà morso da un cane lupo delle foze dell'ordine ). Per la Roma è una batosta, in dieci minuti si è passati da 7 a 3 punti di vantaggio. Negli spogliatoi, nel silenzio , irrompre Falcao: "Tranquilli, a Pisa segno e vinciamo."

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Ultima modifica di questa pagina: 01/05/2023